CASTELLO MANIACE

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Nasce come difesa del porto naturale di Ortigia e successivamente trasformato in castello da Federico II. Esso infatti venne realizzato dall’architetto Riccardo da Lentini tra il 1232 e il 1240 su incarico di Federico II. Nel 1288 vi dimorò con la famiglia il re Pietro III d’Aragona.

Nel 1321 vi si convocò il Parlamento siciliano che sancì l’eredità del figlio di Alfonso III d’Aragona, Federico III di Aragona. Nel periodo in cui Siracusa fu sede della Camera Reginale (1305–1536) il castello ha ospitato le Regine Costanza d’Aragona nel 1362, Maria d’Aragona nel 1399, Bianca d’Aragona nel 1416, e l’ultima che ebbe in dominio la Città, Germana de Foix, seconda moglie, vedova di Ferdinando il Cattolico. Nel 1540 qui alloggiò anche l’ammiraglio Andrea Doria durante la spedizione organizzata da Carlo V contro i Musulmani.

Per quasi tutto il XV secolo il Castello era una prigione. Alla fine del XVI secolo, il Castello Maniace diventa un punto nodale della cinta muraria di Ortigia. Il 5 novembre 1704, una furibonda esplosione avvenuta nella polveriera sconvolge l’edificio. Brani di crociere e blocchi di calcare vengono lanciati nel raggio di diversi chilometri. Negli anni successivi si appresta la ricostruzione, che lascia intatte le parti rovinate dall’esplosione, mentre si creano tamponature per la realizzazione di magazzini. In età napoleonica il Castello rivive con funzioni militari e viene munito di bocche da cannone. Nel 1838, a salvaguardia dei moti che stavano scatenadosi in tutto il regno, i borbonici di Ferdinando vi innalzano una casamatta. Dopo l’unificazione d’Italia esso rimane una struttura militare.

Ad oggi dopo un lungo restauro, e la smilitarizzazione dalla storica caserma dell’Esercito, il monumento è tornato alla pubblica fruizione. Negli ultimi anni infatti oltre all’apertura al pubblico è stato sede di spettacoli dell’Ortigia Festival, nonché sede del G8 ambientale alla presenza dei ministri dell’ambiente dei paesi industrializzati

La fortificazione era raggiungibile solo attraverso un ponte levatoio, colmato nel Cinquecento, che lo isolava dalla terraferma rendendola praticamente inespugnabile.

Il castello si presenta come una poderosa struttura di 51 metri per lato. Tra tanta severità colpisce la grazia decorativa del portale, la cui profondità della strombatura è sfruttata dai costruttori per realizzarvi dei virtuosismi artistici che poco si addicono ad un’opera preminentemente militare. In questi, sebbene erosi dal tempo vi sono ancora quattro (due per lato) figure zoomorfe.

Il nome del castello deriva da Giorgio Maniace, un generale bizantino che nel 1038 riconquista per breve periodo la città dagli Arabi e porta in dono due arieti bronzei ellenistici, che poi vengono posti all’entrata del Castello stesso che ha impropriamente conservato il nome del condottiero.

VILLINO VILLA DORATA

VILLINO VILLA DORATA

Villino Villadorata è una residenza fatta costruire dalla famiglia nobiliare Nicolaci di Villadorata, di antiche origini russe (di nome Nicolaiev, divenuto poi Nicolaci). Un componente della quale, naufragato sulle coste sud orientali della Sicilia (era ammiraglio), si innamorò di questi luoghi scegliendoli come residenza definitiva. Il massimo splendore della famiglia Nicolaci fu raggiunto fra il ‘700 e l’ 800 quando divennero principi di Viiladorata e in quel periodo fecero costruire diversi palazzi e ville nella zona tra Noto e Marzamemi. A Noto fu loro residenza uno splendido palazzo barocco, i cui balconi vengono ancora oggi rappresentati come la più interessante immagine della città per via della ricca architettura barocca che li contraddistingue. Villino Villadorata fu progetto dall’ingegnere architetto Francesco Cassone per il principe Corrado Nicolaci e sua moglie Cecchina Cannizzaro. Sulla facciata principale sono evidenziati gli stemmi della due casate. Come era consuetudine tra i nobili siciliani della Val di Noto, oltre alla residenza cittadina, venivano fatte costruire dimore al mare o sulla collina sovrastante la città, per usufruirne a seconda della stagione.Villino Villadorata è quella che veniva usata dal Principe per godere, con gli amici e diversi ospiti, dell’aria salubre e della temperatura più fresca e ventilata rispetto al calore estivo della città.

Villino Villadorata è ubicata sulla cima di un colle e dai suoi terrazzi, è possibile ammirare sia il mar Ionio che il mar Mediterraneo, che si incrociano all’altezza di Capo Passero, nonchè l’oasi faunistica di Vendicari con le sue isolette.

La struttura in stile neogotico si caratterizza per i vistosi merli guelfi posti nei parapetti dei balconi e delle terrazze e per la merlatura ghibellina posta a coronamento dell’insieme.

Dall’ingresso monumentale, arricchito da un cancello in ferro battuto, ci si incammina verso le scalinate terrazzate segnate dalla pietra locale, color ocra tra spianate panoramiche intrecciate di pregiate piante grasse e ulivi secolari.

Dall’imponente portale di ingresso, che ricorda una classica trifora gotica, si accede al piano inferiore, dove troviamo un ampio salone di ricevimento, con grandi vetrate direttamente sul parco, due Larges suites, con terrazzi privati, una camera con bagno, lo studio e la sala di attesa.

Nel piano superiore si trovano un ulteriore salone con il balcone principale, arricchito dagli stemmi nobiliari di famiglia, una sala lettura, la Main suites con vasca idromassaggio ed una ulteriore large suite con terrazzo privato.

Ulteriori scalini portano ad un grande e panoramico terrazzo comune, da dove si può vedere il parco che circonda la villa, la grande piscina e la costa della Sicilia orientale.